Antonio Francesco Daga (in arte Gionta) nasce a Sassari il 20 gennaio 1995 e vive in una piccola frazione della cittadina di Alghero. Inizia a cantare sin da bambino e ad esibirsi dai 12 anni circa con alcune band hard rock locali. Durante gli anni delle scuole superiori incontra il suo grande amico e chitarrista Fabrizio Zara portando avanti in parallelo un progetto di cantautorato classico dal nome AplusF.
Le esperienze con le band continuano in maniera sporadica (in quest’ultimo periodo principalmente con la band Krakatoa) mentre il progetto assieme al suo chitarrista va avanti ormai dal 2013. Nel 2016 partecipa, con il progetto AplusF, ad un piccolo tour di 3 date in Polonia. Nel 2019 parte il suo progetto solista con lo pseudonimo Antonio F ed esce con l’EP “Space Monkeys” dove la voce è assoluta protagonista con il vocal looping e l’utilizzo di una loopstation.
Nel 2021 con il nome d’arte Gionta continua con il suo nuovo album “Eyes of a desperate soul” dove la voce è sempre protagonista tramite il vocal looping, ma al progetto vengono aggiunte sonorità elettroniche, new wave e rock, con la fondamentale produzione di Matyah (Mattia Uldanck) e le importanti collaborazioni di Federico Morittu al basso e Antonio Fortunato alla chitarra.
Nel 2022 viene pubblicato l’EP “Madri, Figlie e Spiriti Stanchi”. Ha collaborato e collabora attualmente in produzioni dance/pop alternative nazionali ed internazionali.
Come nasce il brano Fatemi capire?
Fatemi Capire nasce in un momento della mia vita dove le parole faticavano ad arrivare. Questo brano è stato per me un forzare il cosiddetto “blocco dello scrittore” che è diventato nella canzone un qualcosa da descrivere ed osservare invece di essere un qualcosa per il quale piangersi addosso. Fatemi Capire è una vera e propria richiesta verso le parole che tardano ad arrivare nei giusti momenti. Quelle stesse parole che, tramite la loro mancanza, fanno spesso allontanare anche tante persone dalle nostre vite.
Vuoi parlarci della collaborazione con Roberto Gabrielli?
La collaborazione con Roberto Gabrielli è nata un paio d’anni fa da un conoscersi che definirei goliardico. Eravamo ad un matrimonio, e mentre cantavo una canzone durante la mia esibizione, lui mi ha semplicemente rubato il microfono per dire cose che hanno fatto ridere tutti (non andrò ovviamente a descrivere i dettagli). Da quel giorno ci siamo conosciuti sempre meglio e trovati sempre di più sia a livello umano che a livello professionale.
Da Antonio Francesco Daga a Gionta: come ti sei avvicinato al mondo della musica?
Ho iniziato a cantare e ad esibirmi verso i 13 anni. Ho iniziato con band hard rock continuando negli anni con il cantautorato classico e quello moderno. Ho anche però sempre ascoltato ed ascolto tantissima musica elettronica, pop, dance e tantissimi altri generi che si possono poi identificare sotto forma di influenze nella mia musica e nel mio modo di scrivere. Nel 2019 ho iniziato con il mio progetto solista che prima aveva il nome di Antonio F per poi diventare Gionta nel 2021.
In un momento storico in cui piattaforme come Instagram e TikTok sembrano fondamentali per diventare virali anche con i brani, qual è il tuo rapporto con i social?
Il mio rapporto con i social è abbastanza buono, più con Instagram che con TikTok. Non ho mai spinto troppo a livello promozionale anche se ne ho sempre riconosciuto la grande importanza.
Stai lavorando ad un album dopo “Madri, Figlie e Spiriti Stanchi”?
Dopo “Madri, Figlie e Spiriti Stanchi”, assieme al pianista Riccardo Pinna sto scrivendo e componendo un nuovo album in lingua catalana per la Plataforma Per La Llengua (associazione che tiene alla salvaguardia dell’utilizzo della lingua catalana nei posti dove questa è parlata. La mia città, Alghero, è uno di questi posti).
Prossimi concerti in programma?
I prossimi concerti, oltre a diversi eventi nella mia Sardegna e non solo, riguarderanno proprio le varie presentazioni di questo nuovo album che ci porteranno, la prossima estate, in Francia e Spagna (nelle rispettive parti Catalane dei due paesi).