Dopo il successo del suo primo progetto solista uscito nel 2021, E se …, l’artista torinese Incompleto, classe ’92, torna con un nuovo disco dal sapore indie pop dal titolo “Nuovi Orizzonti”, per VDT Records. “Cortocircuito” è uno dei singoli estratti, disponibile sui principali stores digitali e dal 3 novembre nelle radio in Italia e all’estero.
“In questo EP ci sono fotografie che raccontano la mia evoluzione. I nuovi orizzonti sono ora quelli che vedo davanti a me: un mondo complesso, difficile da interpretare, ma ora qualche certezza ce l’ho e questa mi aiuta a guardare con ottimismo alle sfide che avrò davanti a me. Nel disco c’è un’evoluzione personale e parlo principalmente d’amore e relazioni, in diverse fasi e sotto diverse sfaccettature: da un amore appena finito ad una fase di nuove esperienze, in cui talvolta ci si butta senza sapere esattamente cosa si vuole e cosa si cerca, ad un’altra, dove si impara la lezione del passato, il cosa si è sbagliato e il che cosa si poteva fare meglio o il cosa si doveva cambiare, sino ad una fase di una nuova scintilla, che sembrava essere un miraggio tempo prima e che invece ti ricorda di essere speciale e di quanto sia bello amare ed essere amati.” Incompleto
Potrebbe sembrare una domanda banale e magari lo è: “Dove sta andando la musica? E dove sta andando la tua di musica?
È una domanda che mi sto ponendo spesso e purtroppo vedo un impoverimento a livello generale. Certo, le eccezioni non mancano, c’è ancora chi fa musica bene e di un certo livello, ma mediamente, vedo purtroppo un declino. La musica trap (la più in voga sulle piattaforme di streaming) è uno scimmiottare un genere americano dai dubbi (o, per meglio dire, nulli) valori, mentre una buona parte della restante classifica è composta da gente senza arte né parte, oppure li solo perché uscita da un reality, fotocopia di uno visto l’anno precedente. La mia musica, invece, sta evolvendo con me: cresce, cambia, si rafforza e prende consapevolezza di se: è un pop leggero, ma che affronta i sentimenti e tematiche sociali collegati con una certa profondità.
Ad avere la possibilità di aprire un concerto in uno stadio di un big della musica, affrontandone il pubblico con la tua musica, chi sceglieresti? E perché?
Beh, me lo chiedi dopo essere appena stato al suo concerto: The Chief, Mr Noel Gallagher. Stravedo per lui, che è stato il compositore di quella che attualmente è la mia band preferita, gli Oasis. Testi e sound spettacolari e anche nella sua carriera da solista ha sfornato tanti bei pezzi, pur avendo perso un po’ di quel sound rock che a me fa impazzire. Sarebbe stato bello aprire ieri, al Forum di Milano, il suo concerto.
Come nasce un tuo brano di solito?
Devo dire che spesso nascono di getto. Passo spesso lunghi periodi di inattività o scarsa ispirazione e poi, come posseduto dal potere della scrittura, la penna inizia a disegnare le parole sul foglio, in un flusso di coscienza coerente ed inteso. ci sono delle volte che parto dal testo (spesso) ed altre dove invece ho un giro di chitarra per le mani e comincio a canticchiare un motivetto che poi sostituisco con le parole. Trovata la quadra chitarra e voce, mi piace arrangiare i pezzi, scegliendo il sound del brano, quali strumenti aggiungere e quando farli subentrare.
Quali sono i tuoi piani più immediati?
Sicuramente continuare con la promozione di questo EP, a cui ho lavorato nell’ultimo anno, con passione e gioia. Poi mi piacerebbe rimettermi al lavoro su un nuovo singolo, o più di uno, valutare magari di fare un altro EP, magari recuperando qualcosa che ho scritto nel passato ma rimaneggiandolo un po’, guardandolo con occhi nuovi. Diciamo che qualcosa bolle già in pentola.
Quanto è importante per te internet nell’ambito musicale? Si rimpiange il passato in cui i social e selfie erano solo utopia o, meglio, proiettarsi verso il futuro abbracciando le nuove, seppur fredde, forme di comunicazione?
Internet per me è croce e delizia: la prima perché ci ha tolto molto tempo per relazionarci con gli altri, lo si vede anche solo in metropolitana o in treno. Una moltitudine di teste chine, di singoli, ciascuno a guardare il suo feed personalizzato dei social, isolato con le sue cuffie e gli sguardi non si incrociano più. Con lo smartphone si è persa anche un po’ di creatività: pensiamo solo a 20 anni fa, quando c’erano tempi morti, per esempio in attesa che gli amici arrivassero al luogo di ritrovo oppure in attesa dei mezzi di trasporto, la gente trovava qualcosa da fare, ora sembra che non ci sia altro da fare che scrollare sul proprio IPhone o Android. Internet invece è delizia perché, come tutti gli strumenti, dipende dall’uso che ne fai, può diventare molto utile: nel mio caso, puoi permetterti di pubblicare la tua musica nel mondo con pochissimi euro, cosa impensabile, anche qui, sino a 20 anni fa. Perciò mi trovo in una sorta di limbo: rimpiango i tempi di 20 anni fa, quando da ragazzino si passava il pomeriggio al campetto o a bighellonare, ma al tempo stesso la tecnologia mi permette di fare cose eccezionali.
Elencaci cinque artisti o band che hanno influenzato il tuo sound e in che modo.
Beh, direi Oasis, Antonello Venditti, Vasco Rossi, Ligabue e Gazzelle. Gli Oasis sono il mio gruppo preferito ed il mio pop credo si avvicini alle loro ballad. Antonellone è un riferimento imprescindibile del cantautorato italiano, e credo che, come Vasco e Ligabue, siano stati interpreti delle loro generazioni e di quelle a venire, con un modo di fare musica autentico, vicino alle esperienze di tutti i giorni della gente comune. Gazzelle, infine, credo che sia quello che empaticamente trovo più vicino a me nel mondo indie italiano, di cui sento di fare parte: ha un sound simile al mio, e scrive spesso canzoni d’amore tristi come piace a me.
C’è differenza tra ciò che ascolti e ciò che in realtà componi e canti?
In parte direi di sì: mi piace il rock, per esempio dei Foo Fighters, dei Nirvana, degli AC/DC, tanto per citarne alcuni, però il mio sound è molto morbido, è pop. Quindi ci sono senz’altro, nel mio ascolto, artisti che sono in linea con quello che compongo e canto, ma la sovrapposizione non è totale, anzi. è che per caratteristiche non sento che il rock sia il genere in cui possa esprimere al massimo le mie peculiarità
Chi vorresti ringraziare per chiudere questa intervista?
Vorrei ringraziare in primis Luna dell’ufficio stampa Comdart, che si sta impegnando molto per far girare “Cortocircuito” e l’EP “Nuovi Orizzonti”. ci conosciamo da molti anni e questo è un progetto in cui credo molto, per questo motivo ho scelto di affidarmi a lei. Vorrei poi ringraziare BrutusVox, il produttore di questo EP, che ha saputo ascoltare i miei brani, le mie parole, e portare i brani ad un livello superiore, realizzando un sound su misura, rendendolo la casa perfetta per la mia voce e le mie parole. Infine un grazie a chiunque abbia anche solo ascoltato uno dei miei brani, sperando di aver suscitato qualcosa: questo è, per me, il senso ultimo della musica. Emozionare.
Ascolta il brano
https://open.spotify.com/intl-it/track/2XuhQoxmRWFizyTrm0aZZ3?si=a1454fe41d18436a