Chicchi di mais il nuovo singolo di Saita

Una voce gradevole ed un ritmo molto orecchiabile , il nuovo singolo di Saita intitolato Chicchi Di Mais

Il brano parla del saper o non saper vivere il presente, e dell’importanza delle piccole cose. Protagonisti sono i dettagli che, apparentemente insignificanti, possono assumere, specie se sappiamo osservarli e conservarli, più importanza nel nostro cuore rispetto ai grandi eventi “canonici” della vita. Quindi niente mare, sole, tramonti, sconvolgimenti, abbandoni: la vita vera, profonda, qui è fatta di bordi di tovaglia, su cui è caduto lo sguardo in un momento di emozione, di un accordo suonato da un amico a cena che ci ha commosso, di un gioco, di una carezza, di gocce d’inchiostro, di bolle di sapone o, appunto, di chicchi di mais che ci scorrono fra le dita. “Piccole cose sono grandi istanti” che solo dopo si comprendono davvero.

Senza il timore di non saperli godere mentre accadono: un timore che forse è comune, se tanti sentono così spesso il bisogno di documentare; quasi non si vivesse, altrimenti. Questi ricordi, però, non sono ‘social’, ma visivi, umani, involontari, non documentati e non documentabili, pezzetti di cuore e di memoria, fatti di cose, per lo più, semplici e (solo apparentemente, appunto) quotidiane.

Il testo è quindi una serie di “fotografie,” non una storia, non un ragionamento, ma un insieme di impressioni. La speranza è rappresentata dalle lucciole, ricordo d’infanzia. E sono proprio quei piccoli istanti, quelle piccole cose, a comporre il mosaico della nostra vita, della nostra felicità o della nostra tristezza. Passando dall’anima, quella vera, non quella costruita a uso e consumo dell’immagine che abbiamo o che vogliamo dare di noi stessi.

Musicalmente, la canzone è vivace, ballabile, con notevole effetto dinamico fra le varie parti: tra pre-chorus e ritornello, se ragioniamo su una struttura standard, di fatto è più vivace il primo, più intimo e sussurrato il secondo. Armonicamente, il brano è molto regolare e la sua caratteristica è proprio di “leggere” in modo diverso, sia melodicamente che ritmicamente, la medesima progressione armonica, nelle diverse sezioni della canzone, diversificandole e rendendo ciascuna interessante in sé, ma anche il tutto omogeneo, nel suo insieme.