Boy Named Andrew torna sulla scena musicale con “Mediocre”, un brano che, insieme a Yet2, si allontana dagli stereotipi dell’hip-hop moderno per offrire un’esperienza intima e riflessiva. La canzone è un viaggio nell’interiorità, un’esplorazione delle paure e delle incertezze che spesso ci tormentano, con un sound che oscilla tra malinconia e speranza.
“Mediocre” si apre con un beat avvolgente e leggermente cupo, una trama sonora che sembra quasi sussurrare i tormenti interiori di chi si sente in bilico tra le aspettative e la realtà. La voce di Boy Named Andrew si insinua con naturalezza, con un flow che non punta all’esibizione, ma alla confessione, raccontando i dubbi e le fragilità di chi si interroga sul proprio valore e sul proprio posto nel mondo. L’apporto di Yet2 con un cantato più melodico, aggiunge un’ulteriore dimensione al brano, creando un contrasto che esalta la profondità del messaggio.
Il testo di “Mediocre” è un flusso di coscienza, un susseguirsi di pensieri e immagini che dipingono un quadro realistico delle difficoltà quotidiane e della lotta per la propria identità. La canzone parla di relazioni difficili, di notti insonni passate a rimuginare, di tentativi (a volte falliti) di fuggire dal dolore attraverso l’alcol e di una costante sensazione di non essere all’altezza delle aspettative. Ma “Mediocre” non è solo un’analisi della fragilità: è anche un invito a non nascondersi dietro una maschera, a riconoscere le proprie imperfezioni e a trovare la forza per andare avanti.
Boy Named Andrew e Yet2 non puntano alla perfezione, ma all’autenticità: le loro voci sono sincere, il beat è avvolgente, il testo è profondo. In un’epoca in cui sembra che tutto debba essere spettacolare e sopra le righe, “Mediocre” è un’iniezione di realtà, un promemoria che ci ricorda che anche le nostre paure e le nostre incertezze fanno parte di noi, e che non dobbiamo vergognarci di mostrarle al mondo.